IL MARE NON BAGNA NAPOLI / ZERO SPIAGGE LIBERE 

Il mare non bagna Napoli, scriveva profeticamente Anna Maria Ortese. Così come il verde, ridotto al lumicino rispetto agli altri centri urbani.

I pochi fazzoletti di spiaggia pubblica abbandonati al degrado. Come succede lungo via Caracciolo, con la Rotonda Diaz e il mitico, per la sua povertà, Mappatella beach. Fino a largo Sermoneta. Poi, lungo tutta la stupenda via Posillipo, un’unico lembo, il ‘Lido delle Monache‘, appena rinominato dal Comune.

Notano a palazzo San Giacomo. “E’ vero, c’è una totale incuria per l’interesse dei cittadini a poter fruire di un minimo di balneazione pubblica decente. Per legge ogni stabilimento che abbia una concessione, e a Posillipo ce ne sono parecchi, dovrebbe garantire uno spazio libero, tenuto in maniera decente a propria cura, visto che già lo stesso stabilimento può godere della concessione. Ma a Napoli non funziona così. Nessuno rispetta questa norma che è normale prassi per qualsiasi contesto urbano, tanto più se si tratta di una città storicamente affacciata sul mare. Purtroppo siamo solo la città dei grandi eventi. Del quotidiano non se ne fotte nessuno”.

Discese a mare sì, ma solo per vip. Paghi 25 euro per un lettino e tutto ok. Oppure devi essere amico del Paperone che ha la villa con discesa. Per i comuni mortali è notte fonda.

Facciamo una capatina al Lido delle Monache. Si scende attraverso uno stabilimento privato, il Sirena, da dieci euro – a giugno – per lettino. Sulla sinistra dieci metri dieci di spiaggia libera solo ‘sulla carta’: perchè il micro fazzoletto da un lato è praticamente inaccessibile per via di una palizzata, dall’altro è inagibile perchè a disincentivarne la frequentazione c’è un cartello che annuncia ‘caduta massi’ e ordina di tenersi ad almeno 20 metri di distanza.

Il cartello è affisso sullo storico Palazzo Donn’Anna, che è proprio a ridosso dello stabilimento. Effettivamente la visuale non è incoraggiante, balconate cadenti, infissi improbabili, cornicioni che si tengono con un sospiro. Sotto il mare verdeblu, scogli, cozze a volontà.

Procedendo a destra, per uno stretto sentiero, si arriva al Lido delle Monache. Racconta un pescatore: “non si sa bene se poi l’hanno chiamato così perchè sopra ci stanno le monache oppure perchè ancora oggi si pescano delle monache che si vede una volta erano molto più presenti”.

Per chiarire. A sovrastare il lido c’è un’imponente struttura a 5 piani, una cubatura gigantesca, l’equivalente di 60-70 camere, che fino a tre anni fa ospitava anziani, per lo più pescatori andati in pensione e con pochi mezzi per sostenersi. Continua il racconto: “pagavano quello che potevano, da 100 euro fino a 300-400 a seconda. Poi la Curia, che è proprietaria, ha chiuso tutto, gli ospiti sono stati sloggiati smistandoli qua e là, sono rimaste una decina di suore. E intanto da tre anni i lavori vanno avanti a singhiozzo, praticamente ogni tanto si vedono un paio di operai. Almeno qualche giorno fa hanno fatto sbaraccare una marea di immondizia e detriti che si trovavano recintati di fronte al lido”.

Se ne sono raccontate di tutti i tipi, da un paio d’anni a questa parte, sul futuro della struttura. La storia più gettonata è quella di un ‘accaparramento’ da parte di Alfredo Romeo. Sì, proprio lui, il padre di tutte le Gestioni, mister Consip. La sua magione – un palazzotto a 5 piani – fiancheggia infatti la struttura della Curia, con tanto di mega giardino esotico realizzato su terreno demaniale. Una villa super contestata per abusi edilizi, come del resto il giardino, oggi frequentabile dai cittadini che però non lo sanno e ‘rispettosamente’ lo evitano, girandogli intorno per raggiungere la spiaggia pubblica.

Esattamente un anno fa, quando non era alle prese con le maxi inchieste delle procure di Roma e di Napoli, Romeo era fortemente interessato alla struttura. “Ne vuole fare un 5 stelle” era il leit motiv. E infatti è stato più volte avvistato da alcuni bagnanti in compagnia di tecnici per osservare meglio le impalcature dove i lavori procedono a rilento.

Ai primi di maggio ha fatto una capatina al Lido delle Monache l’assessore al Mare, Daniela Villani, con tanto di telecamere al seguito. Una visita preannunciata da una ‘straordinaria’ pulizia, fatto più unico che raro, un repulisti di lattine e monnezza che quotidianamente restano ad abbronzarsi. “Faremo qualcosa, prenderemo i provvedimenti necessari a rendere vivibile il lido”. Parola di assessore. Che al fresco rimpasto di fine maggio è stato sostituito nella sua delega più ampia – che prevedeva anche le Pari Opportunità – per essere però poi ri-nominata (come la spiaggia) ‘consulente’ per il Mare.

Risultato? Cinque bidoni per la monnezza.

Ecco cosa chiedono alcuni abitanti della zona: “non basta mettere quattro, anzi cinque bidoni, ci vogliono poche altre cose, a costo quasi zero, ma fatte sul serio. Un bagno chimico per evidenti motivi, una doccia se si riesce, un minimo di vigilanza almeno il sabato e la domenica quando d’estate diventa un carnaio. Poi una messa in sicurezza del piccolo tratto di scogliera, perchè c’è il rischio che tra ferraglia arrugginita e scogli sporgenti prima o poi ci scappi il morto”.

 

Nella foto il Lido delle Monache

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