INCHIESTA SULLE BANCHE / DA RENZI  E MATTARELLA IL NO FINALE

Tutti la volevano, tutti la invocavano. Quasi tutti per finta. Ancora oggi, che i tempi sono praticamente scaduti con la crisi politica alle porte e il voto che si annuncia in tarda estate.

Si tratta della Commissione parlamentare d’inchiesta sulle banche, di cui si parla da oltre un anno, sugli scandali del Monte dei Paschi, quelli dei 4 istituti di credito, capeggiati da Etruria, e delle banche venete.

Mai, però, una reale volontà politica di istituirla. E non solo perchè le commissioni, si sa, in Italia sono una sorta di cimitero per l’accertamento delle verità, ma anche perchè non faceva comodo praticamente a nessuno: avendo tutti i partiti – tranne i 5 Stelle – tanti scheletri negli armadi. A cominciare dal Pd renziano, con i bubboni proprio in casa, dalla storica banca di riferimento, Monte Paschi, all’Etruria vicepresieduta dal babbo di Maria Elena Boschi.

Con le clamorose polemiche montate per l’uscita del libro di Ferruccio De Bortoli è ricominciata la bagarre. “Dovrà essere l’ex numero uno di Unicredit Federico Ghizzoni il primo a testimoniare sulle pressioni ricevute per il caso Etruria”, sono stati in molti ad invocare.

Il de profundis sulla commissione viene sentenziato oggi da Affari Italiani che scrive: “Dopo gli appelli alla trasparenza, a quanto pare, la Commissione rischia di finire in un nulla di fatto. Da una parte, nonostante l’ostentata sicurezza, c’è l’opposizione di Matteo Renzi e del Giglio magico, che temono i risvolti politici che potrebbero scaturire dall’inchiesta e dalle parole di Bankitalia in Commissione (Bankitalia non vede l’ora di vuotare il sacco), dall’altra c’è anche l’insicurezza del Presidente Sergio Mattarella, il quale teme che dai risultati possano nascere ulteriori casi politici capaci di minare ulteriormente la stabilità del governo e delle istituzioni. Insomma – conclude Affari Italiani – dopo tante parole il rischio è che tutto finisca nel dimenticatoio. Ma in nome della stabilità”.

Sulla questione abbiamo chiesto il parere di Elio Lannutti, lo storico presidente dell’Adusbef, l’associazione a tutela dei risparmiatori: “Ormai la Commissione è un feticcio, non servirebbe più a nulla, sarebbe stato necessario farla molto prima e anche meglio. Per esempio, mancava tutto il capitolo delle Popolari. Troppi buchi, fumo negli occhi. Comunque il tempo è scaduto. Tutta questa sceneggiata rimane a rappresentare la cattiva coscienza dei renziani, il senso di colpa per le clamorose vicende del Monte dei Paschi e di Etruria”.

Nella foto Elio Lannutti

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