APPALTI ANAS / C’ERA UNA VOLTA PRANDINI. MA L’ESPRESSO DIMENTICA ANTONIO DI PIETRO

Per fortuna che con un Espresso ci tiriamo su. Nel deserto informativo arriva un’inchiesta del settimanale che ci rammenta Mani pulite, appalti Anas, superstrade, condotte cadenti e varie conoscenze della primissima Repubblica. Come – per fare un solo nome – l’un tempo ministro dei Lavori pubblici Giovanni Prandini.

Ma dimentica tutta l’era targata Antonio Di Pietro, quando fu titolare delle infrastrutture nel secondo governo Prodi del 2007.

 

LA BANDA DEI QUATTRO

Paolo Cirino Pomicino. In apertura Antonio Di Pietro al tempo in cui era ministro delle infrastrutture

Paolo Cirino Pomicino. In apertura Antonio Di Pietro al tempo in cui era ministro delle infrastrutture

Meglio noto, a suo tempo, come Prendini (o Prendindini); oppure come uno dei componenti – secondo l’acuta definizione dell’allora vicesegretario Dc Guido Bodrato – della Banda dei 4, composta con ‘O ministro (prima della Funzione Pubblica poi del Bilancio) Paolo Cirino Pomicino, il psi Carmelo Conte titolare delle Aree Urbane e il pli Sua Sanità Franco De Lorenzo. Per la serie: un bresciano, due napoletani e un salernitano. I Bassotti de noantri.

Nel reportage di Gianfrancesco Turano è riportato il passaggio di una sentenza del tribunale di Roma in cui veniva scritto: “si può concludere che il ministro Prandini, con il concorso di alti dirigenti dell’Anas abbia ideato, organizzato e attuato un vero e proprio sistema concussorio nel conferimento degli appalti Anas”.

Tra gli episodi più clamorosi si fa cenno alla compravendita di uno sgarrupato albergo nel bresciano, il Rosa Camuna di Borno, situato in un bella posizione ma in condizioni fatiscenti: eppure pagato a peso d’oro dal tandem di costruttori partenopei Carriero & Baldi per compiacere il ministro Prandini, dal quale infatti ottennero appalti per quasi 700 miliardi di vecchie lire.

Un altro ghiotto appalto, all’epoca, riguardò tutt’altro settore, quello delle infrastrutture idriche: in sella al GOI, un consorzio messo su con la super pomiciniana Icla per dar l’assalto agli appalti del Serino.

La Voce raccontò quelle connection politiche che legavano il tandem mattonaro ad alcuni altri dc del sud, come il pezzo storico della balena bianca Emilio Colombo e il pluriministro dc Vincenzo Scotti. Proprietari a loro volta di alcuni alberghi ad Ischia, i Carriero-Baldi, come la perla di Lacco Ameno, il Regina Isabella, a un passo dal Mezza Torre di altri palazzinari partenopei in società con la stessa famiglia De Lorenzo.

Il reportage di Turano ci riporta alla memoria, dopo trent’anni e passa, quell’epoca del cemento d’oro. E anche di sua maestà ‘O calcestruzzo. Il vero propellente del dopo terremoto nella Campania post ’80, che ha significato non solo il decollo della Camorra spa, ma anche di una vera e propria stagione di Vip, Big & Pig della Politica di Casa Nostra. Che hanno dettato legge per anni e hanno letteralmente scritto e firmato le storie di malaffari & malapolitica che arrivano fino ai nostri giorni. E ai nostri appalti. A base di concessioni, varianti in corso d’opera, revisioni prezzi, sorprese geologiche. E tutto quanto fa Mafie, Camorre & Corruzioni. Alla faccia di tutte le leggi taroccate sugli appalti.

Sorge spontanea un domanda: ora l’Espresso scopre le mazzette Anas made in Prandini, roba vecchia e sepolta da una vita.

 

SILENZIO SUL DI PIETRO AI LAVORI PUBBICI 2007…

Enzo Scotti e a destra Pier Ferdinando Casini

Enzo Scotti e a destra Pier Ferdinando Casini

E come mai non tira fuori una scartoffia sulla stagione di Antonio Di Pietro al vertice del ministero delle Infrastrutture nel breve ma fortunato governo Prodi del 2007 ? Tra cento altre cose, ‘ O pm inventò quell’arbitrato Longarini che rischia prima o poi di portare l’Italia nel baratro.

Non varrebbe la pena di dargli un’occhiata?

A seguire potete leggere un paio di inchiesta della Voce sul regno di Di Pietro in quelle Infrastrutture. E la storia di quell’arbitrato.

Guarda caso, nell’inchiesta della Voce di dicembre 2007 proprio sugli appalti Anas griffati di Pietro, faceva capolino – si far per dire, perchè si trattava di ingombranti presenze – il gruppo Gavio, al quale era dedicato proprio il titolo della nostra inchiesta. Quel gruppo Gavio che oggi, nell’inchiesta dell’Espresso, furoreggia, a bordo delle sue svariate sigle, capofila Itenera e poi il corredo societario al seguito e i suoi protagonisti, Beniamino e Marcellino Gavio.

E faceva capolino, nella Voce 2007, anche un leader allora in ascesa nel firmamento (sic) politico di casa nostra e che oggi balza in prima linea nella ricostruzione firmata da Turano: Lorenzo Cesa, l’ex numero uno Udc per tante battaglie alleato con l’attuale viceministro degli Esteri Pierferdinando Casini. Cin cin.

 

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LE INCHIESTE DELLA VOCE 2007

articolo Voce dicembre 2007

articolo Voce marzo 2007

art Voce dicembre 07

 

art Voce marzo 07

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