Manovra – Il risanamento alle calende greche…

Il ministro dell’economia Padoan (nella foto), continua ad affermare che non ci sarà un aumento dell’Iva,  come previsto dalla legge di Bilancio 2018 che prevede un aumento delle aliquote Iva  dal 10% al 13% e dal 22% al 25% (che nel 2019diventa 25,9%), e che anche dalle accise sulla benzina vengano reperiti 350milioni di euro, per coprire un fabbisogno di 19,571 miliardi di euro, ma non dice dove verranno reperite le risorse per tappare i buchi. Il Def infatti, che prevede di elargire 97 milioni di euro al golf come garanzia statale; apposta 300 milioni per il salvataggio di Alitalia tramite Invitalia; trova i soldi per lo sci alpino, gli impianti sportivi e qualche spicciolo per i terremotati (491 milioni per il 2017) a fronte di 10 miliardi di euro regalati alle banche dei 20 mld appostati, per evitare che le bancarotte facciano scattare le manette ai polsi dei banchieri e dei distratti vigilanti di Bankitalia e Consob;  continua a premiare furbetti ed evasori con l’ennesima rottamazione, rinviando alle calende greche la stangata di circa 40 miliardi di euro nel biennio 2018/2019, col rincaro Iva anche sui beni di prima necessità delle clausole di salvaguardia.

Il governo vara l’ennesimo  condono, per raggranellare soldi dagli evasori, che non sembrano però sufficienti per neutralizzare le clausole di
salvaguardia, con  gli esclusivi interventi di contrasto all’evasione, posto che i ricorsi pendenti davanti alle commissioni tributarie provinciali e
regionali erano 530 mila a fine dicembre 2015, oltre i 50 mila giacenti in Cassazione a fine 2016, tutti sopra il milione di euro, il cui valore totale
del contenzioso supera 100 miliardi di euro, per due terzi riguardanti l’Agenzia delle  Entrate, del Territorio, delle Dogane, dei Monopoli e di
Equitalia, un terzo gli Enti locali,  i cui ricorsi impiegano dai due ai 5 anni, per andare a sentenza  ed  il 44,52% delle sentenze emesse dai 3152
giudici delle commissioni tributarie sono favorevoli all’ Agenzia delle Entrate, mentre il 55,48 ai contribuenti.
Il Def dei perdoni  fiscali e tributari (il terzo in meno di tre anni) che continua a varare le sanatorie pro-evasori per far quadrare i conti
pubblici definendole ‘rottamazioni’ – forse parafrasando la politica dell’ex premier Renzi- con il ministro Padoan che ha già rottamato imposte e
sanzioni dovute a coloro che avevano esportato illegalmente centinaia di miliardi all’ estero, replicate con sanzioni ed interessi applicati sulle
cartelle esattoriali emesse dal 2000 al 2016, con l’intenzione di condonare sanzioni e interessi di mora a coloro che si sono opposti alle pretese dell’Agenzia delle Entrate la cui sanatoria scade oggi, sono una schiaffo ai contribuenti onesti ed all’etica di uno Stato di diritto che perseguita i
cittadini che fanno il proprio dovere fiscale, premiando evasori, elusori, furbetti del contenzioso tributario.

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