Bill Gates, ricchi così perché no

La memoria di chi ha l’argento nei capelli (immagine rapinata alla canzone di Massimo Ranieri) racconta di padroni delle ferriere in vetta all’Hit Parade degli uomini più ricchi del pianeta. Erano produttori di auto ed elettrodomestici, di armi, farmaci, erano padroni di acciaierie, petrolieri. Cose di un altro mondo, di un’economia vetusta che sopravvive ma imparagonabile alle fortuna dei re Mida dell’informatica, che dallo specchio delle loro brame, alla domanda chi è il più ricco del reame ottengono una risposta univoca: “Bill Gates”. Questo signore è il fondatore e il presidente di Microsoft e per l’anno appena concluso svetta sulla classifica dei Paperon dei Paperoni con un patrimonio superiore a 80 miliardi dollari. Leggendo nella sfera di cristallo, per la circostanza oracolo veritiero, Gates pronunciò la frase profetica “Nel futuro vedo un computer su ogni scrivania e uno in ogni casa”. Le cifre degli analisti   dicono che nel mondo ce ne sono in funzione un miliardo. Il genio di questo americano del nostro tempo ha scompaginato tutti i sistemi di riferimento di chi non ha il bernoccolo del successo e ha dato la stura a emulazione di giovani e giovanissimi avidi di tecnologia innovativa, dotati di intelligenza creativa ancorata alle opzioni della nuova scienza. Altri fenomeni hanno coronato la fantasia concreta di giovani intraprendenti e solo per citarne uno quella dell’inventore di Facebook. Bill Gates è però inarrivabile e merita la citazione una frase che nessun “padrone delle ferriere” avrebbe mai pronunciato: “I soldi che ho non mi sono necessari”. Parole al vento? Tutt’altro. Finanziato da Gates un ingente fondo di solidarietà ha l’obiettivo di debellare, parzialmente entro il 2030 e definitivamente dieci anni più tardi malaria, Aids e tubercolosi, poliomielite. Lo strumento operativo è la Fondazione Bill & Melinda (la moglie) Gates, organizzazione umanitaria a favore del Terzo mondo. L’idea di futuro è dare il via all’era del capitalismo creativo. In altre parole a un sistema che metta i progressi tecnologici al servizio di sviluppo e benessere per chi ne ha bisogno, per le aeree più povere del pianeta. “Non sono un rivoluzionario”, si schernisce così il genio di Microsoft, “Sono un innovatore radicale” e ricorda al mondo che in Africa si vive di stenti con un reddito di cento dollari all’anno. Sua l’iniziativa, sostenuta da grandi artisti, dalla regina di Giordania, da attori e attrici famose per il rispetto di 17 obiettivi nei prossimi 15 anni. I punti prioritari: eliminare povertà e disuguaglianze, le ingiustizie e intervenire sul cambiamento climatico. Ne è all’oscuro, molto probabilmente, Donald Trump che informato potrebbe inventare qualcosa per sabotare il genio dell’informatica. I riconoscimenti ricevuti finora da Gates: Cavaliere Commendatore dell’Ordine dell’Impero Britannico, Fascia dell’Ordine dell’Aquila Azteca, Cittadinanza onoraria del comune di Crotone, Medaglia Presidenziale della Libertà (Stai Uniti).

 

Giro, è il centenario e l’Italia si tinge di rosa

In brevissima sintesi “Che si fa per lo sport”. Tra poco più di tre mesi gli uomini della bicicletta combatteranno di nuovo per imporsi al Giro d’Italia, ma già ora le città toccate dalle tappe, in omaggio al centenario della corsa, illumineranno di rosa (la maglia del vincitore) i monumenti di Sardegna, Calabria, Puglia, Molise, al centro nord aderiscono l’Umbria, Reggio Emilia, Firenze, più su Milano, Monza, Bergamo, Biella, Bolzano.

 

Salvini e l’amletico dilemma

Garantista o giustizialista, dilemma da girare a Salvini. Proseguirà con la litania della Lega degli onesti (ma il passato di ruberie e corruzione non conta?) anche dopo che il tribunale di Brescia ha condannato a tre anni di reclusione l’ex sindaco del Carroccio per truffa e appalti truccati? Oscar Lancini, ex primo cittadino di Adro, è il tizio che aveva imbrattato la scuola del suo paese con il simbolo della Lega e aveva negato la mensa ai bambini di genitori poveri non in regola con il pagamento.

 

 

 

 

 

 

 

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