ILARIA CAPUA / L’ESPERTA PLANETARIA DI VACCINI E AVIARIA APRE IL SUO CUORE A SETTE

Il Genio che l’Italia si fa sfuggire dalle mani. La madame Curie lasciata scappare all’estero. Il prossimo Nobel da noi mai compreso.

E’ il ritratto pieno di calore ed emozione che trasuda dalle due pagine d’intervista dedicata da Sette, il magazine di casa Corsera, alla scienziata Ilaria Capua, “una delle massime esperte planetarie di influenza aviaria, pluripremiata e strapubblicata”, come sobriamente descrive la didascalia della foto (titolo del pezzo “Portare avanti compagne contro le vaccinazioni è una scelta criminale”). A firmare l’esclusiva, altrettanta planetaria, Vittorio Zincone, che in poche righe d’esordio pennella la figura della nostra Mente, che “ora vive in Florida, tra praticelli ben rasati, scoiattoli e fenicotteri. Si è trasferita in un piccolo paradiso della ricerca americana perchè ustionata dall’inferno kafkiano della giustizia italiana”. Mancano solo i Sette nani, farfalle e orchi cattivi.

Breve ma efficace la sintesi che sgorga dalla penna di Zincone: “nel 2013 Mario Monti le chiede di partecipare alle Politiche nella lista professorale di Scelta Civica. Viene eletta. Un anno dopo scopre, leggendolo in un servizio di copertina dell’Espresso, di essere coinvolta in una pesantissima inchiesta. Titolo, Trafficante di virus”. Pochi mesi fa “il giudice per le indagini preliminari di Verona emette il verdetto: prosciolta perchè il fatto non sussiste”.

L’incontro a Roma, “in una stanzetta della Luiss che qualche mese fa l’ha accolta nel consiglio d’amministrazione”, l’intervista, che sgorga pura e limpida come acqua sorgiva. Il Vate in camice immacolato – scrive il De Amicis prestato a Sette – “alterna l’italo-inglese scientifico a slanci in romanesco”: vale mezzo viaggio a Stoccolma. Ma ecco, fior tra fiori, quelli più odorosi, proprio come in quel magico praticello della Florida.

Appena cito l’inchiesta che l’ha coinvolta – scrive l’Autore – le si piega un po’ la voce: “hanno sparato a un passerotto col cannone”. In un praticello di casa nostra.

Quando accenno al dibattito sull’opportunità di vaccinare i bambini – continua Zincone – si inalbera. “E’ da criminali portare avanti campagne contro le vaccinazioni. La forza di questi movimenti è la disinformazione. Vanno combattuti. I vaccini sono la principale conquista del Ventesimo secolo. Senza i vaccini né io né lei saremmo qui”. Più o meno lo stesso copione di un altro quasi Nobel, Roberto Burioni, cui ha appena dedicato un’altra paginata – guarda caso – il Corriere della Sera.

A proposito di quell’articolo dell’Espresso: “ho sentito una colata di cemento invadermi il cuore”. “Ho cercato pure di chiamare l’Espresso ma non ci sono riuscita. Erano riportate frasi decontestualizzate. Mi sono sentita violentata. Gelo. Gola secca. Mi accusavano di essere un mostro. Di aver commesso reati da ergastolo”.

Massacrata, di più. “Frequento una psicoterapeuta e una psichiatra. Le vittime di stupro hanno bisogno di supporto”.

A proposito dei rapporti tra ricerca & impresa, finalmente un fascio di Luce: “il mondo della ricerca deve dialogare con il mondo imprenditoriale. Se non lo fa rende inutili le sue scoperte. E’ normale che chi non fa ricerca seria si stupisca per certi meccanismi o non li capisca”.

A proposito della vivisezione, pardòn della ‘sperimentazione animale’, chiodo fisso per soloni & scienziati (sic) di casa nostra, a cominciare dalla senatrice e farmacista a vita Elena Cattaneo, ecco il Capua-Pensiero: “Ricordo una conversazione avuta con un parlamentare del Movimento Cinque Stelle. Cercavo di spiegargli che mettere delle limitazioni alle sperimentazioni animali avrebbe bloccato la ricerca sui tumori. Alla fine lui ha replicato: ‘Tu non hai capito’. A me. Gli ho chiesto: ‘Scusa, ma tu che formazione hai?’. E lui: ‘Ho fatto qualche esame di biologia’. Ma si rende conto?”. Sì, ci rendiamo perfettamente conto.

Sempre in tema, il genuflesso Zincone domanda: “Una grande passione per gli animali?”. E lei pronta: “Neanche troppo. Volevo fare ricerca e andare via da Roma”.

Racconta la sua solitudine politica, la futura Nobel per la medicina (bersaglio del resto sfiorato, un quarto di secolo fa, anche da Sua Sanità Franco De Lorenzo): “avrebbero dovuto respingere le mie dimissioni per dare un segnale contro il giustizialismo che mi ha travolto”.

E oggi, per ridarle credibilità? “Che ne so… Renzi avrebbe potuto proporre il mio nome per lo Human Technopole, il centro di ricerca che dovrebbe sorgere negli spazi dell’Expo milanese, e invece…”.

Invece è pronto il volo per Miami, dove già sogna una cena col ‘nemico’ Donald Trump

 

Nella foto Ilaria Capua

 

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