Disabili – La nuova legge colmerà l’abisso fra Nord e Sud ?

Nove milioni di euro. Soltanto per la Campania e soltanto per il 2016, da erogarsi entro dicembre. E provvidenze analoghe o superiori in arrivo, per sempre, fin dal prossimo anno. Sono le somme previste dalla legge 112, nota come la norma sul “Dopo di Noi”, varata a giugno di quest’anno dal Parlamento, prima firmataria la senatrice Pd Anna Maria Parente, napoletana di nascita, romana di adozione, capogruppo in commissione politiche sociali e da sempre in prima fila per affermare i diritti dei soggetti deboli, troppo spesso negati, se non platealmente calpestati, specialmente al Sud.

La senatrice Annamaria Parente

La senatrice Annamaria Parente

Un Mezzogiorno che d’ora in poi, con le previsioni della 112, non avrà – o almeno non dovrebbe avere – più alibi. Perché, come ha chiarito la senatrice Parente nei giorni scorsi, durante un incontro pubblico nel capoluogo partenopeo, lo Stato sarà chiamato anche a vigilare sull’operato delle Regioni e su come i Comuni, destinatari finali delle provvidenze, sapranno utilizzare queste preziose risorse per restituire dignità ed opportunità di vita e di lavoro alle persone affette da disabilità grave. E’ a loro infatti che si rivolge la legge, un provvedimento che per la prima volta cerca di colmare l’abisso esistente tra il welfare di territori come l’Emilia Romagna, da sempre un modello, e le miserevoli condizioni di vita delle famiglie meridionali con uno o più familiari affetti da gravi e invalidanti patologie.

I dati, almeno quelli campani, parlano chiaro. E li ha aggiornati con la consueta lucidità in un recente articolo per Lettera 43 il giornalista d’inchiesta Enzo Ciaccio. Mentre a Salerno, patria del governatore Enzo De Luca, scintillano le luci d’artista costate circa 3 milioni, e a Napoli si attende che venga definitivamente issato il mastodontico ‘N’Albero di cartapesta sul lungomare, quest’anno nel capoluogo partenopeo sono quasi tremila i bambini con gravi disabilità costretti a non frequentare la scuola, perché il Comune dichiara di avere le casse vuote e di non poter quindi pagare il personale specializzato che prima si occupava di loro. Ma non è finita. Perché è stato abolito anche il servizio di trasporto in precedenza gestito da Napoli Sociale, che riusciva a portare a scuola solo 100 piccoli con gravi disabilità su tremila. Meglio di niente, ma ora cancellato pure quello. Tutti a casa. E senza assistenza restano anche gli altri 5.500 bambini napoletani meno gravi, che scontano i tagli inflitti da Palazzo San Giacomo al settore assistenza, che gli esperti calcolano in un secco meno 18 milioni in tre anni.

La Legge 112, invece, procede come un treno. In meno dei sei mesi previsti dalla norma, pochi giorni fa sono stati emanati anche i necessari decreti attuativi «e le Regioni – sottolinea la Parente – sono tutte già al lavoro per mettere a punto i piani e le modalità di riparto dei fondi in arrivo ai Comuni»: per la Campania i famosi 9 milioni di euro, e somme analoghe per i territori con gli stessi tassi di popolazione e disabilità, poi via via a scalare in proporzione.

Gabriele Sepio

Gabriele Sepio

«Le provvidenze previste da questa norma – tiene a sottolineare Gabriele Sepio, avvocato, impegnato sugli aspetti giuridici della 112 –non rappresentano un contributo episodico, né tanto meno ‘a pioggia’. Il fondo sarà rifinanziato ogni anno e le relative risorse sono già previste anche per il futuro nelle prossime leggi di stabilità. Inoltre la pianificazione delle Regioni resta un punto centrale, perché dovranno rendere conto allo Stato di come e quanto sono state spese le provvidenze assegnate, indicando i risultati».

E proprio sotto il profilo dei risultati attesi si afferma il modello prescelto dal legislatore, che nasce sulla base delle centinaia di audizioni con famiglie, onlus, associazioni ed altri soggetti portatori di nuova vita per giovani e bambini meno fortunati. In particolare, Parente fa esplicito riferimento alle esperienze, ormai molto frequenti nel Centro Nord, di co-housing, che permettono di condividere situazioni quotidiane, ma anche risorse, speranze, aspettative. I benefici economici, che comprendono una serie di drastiche esenzioni fiscali, dovranno servire anche a questo: finanziare la nascita di residenze gestite o coordinate da associazioni di familiari, da onlus o da altre sigle del volontariato (ad esempio Unitalsi, presente all’incontro di Napoli con la responsabile regionale Federica Postiglione), che possano ospitare un massimo di cinque disabili gravi, offrendo loro un ambiente in grado di dare sicurezza e benessere. Tanto che – è stato ricordato dalla senatrice – sono già numerosi in Italia i giovani riusciti, in un simile contesto, a cercare e trovare esperienze lavorative in grado di renderli autonomi, almeno sotto il profilo materiale e quello, non meno rilevante, dell’autostima.

Paolo Gaeta

Paolo Gaeta

E se queste sono le premesse di una legge così innovativa, non meno sorprendenti risultano, come si accennava, le previsioni sotto il profilo fiscale. «Con la Legge 112 – dichiara uno fra i massimi esperti di trust e fiscalità in Italia, il commercialista Paolo Gaeta – possiamo davvero dire di essere in presenza di un ‘paradiso fiscale’…». E non è una battuta. Infatti, spiega Gaeta, qualunque sia lo strumento prescelto dalle famiglie per assicurare un futuro ai loro figli disabili, tutti i relativi passaggi di beni sono per legge esenti da ogni tipo di tassazione. Ma c’è ancora di più. In particolare nel caso del trust, uno dei tre strumenti finanziari previsti per il ‘Dopo di Noi’ (gli altri due sono l’affidamento fiduciario o il vincolo di destinazione), il trustee può ricevere somme fino a 100.000 euro l’anno in donazioni, deducibili per chi dona, e su queste somme nulla sarà dovuto al fisco. La tassazione scatterà solo con la morte del disabile, quando cioè si verificherà il passaggio dei beni devoluti in trust ad un altro beneficiario, ad esempio un fratello in normali condizioni di salute e di vita.

E se il soggetto debole non possiede nulla? Cosa avviene nel caso in cui i suoi familiari, spesso stremati anche economicamente da decenni di cure e dedizione, non possono lasciargli nemmeno un tetto? Anche in questo caso la 112 viene in aiuto delle famiglie. Infatti oltre allo stanziamento straordinario previsto dal Governo ogni anno per le Regioni, nella logica della comunità e della condivisione saranno creati da onlus ed associazioni fondi privati, in cui potranno confluire le donazioni delle famiglie maggiormente abbienti, che andranno a beneficio anche di quei giovani affetti da gravi disabilità ma privi di mezzi di sostentamento per il resto della loro vita. Quando papà e mamma non ci saranno più.

 

 

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