MPS – LA GESTIONE CRIMINALE DEL CREDITO

Elio Lannutti

Elio Lannutti

Tutto è ancora incerto attorno al Monte dei Paschi, di Siena la più antica banca, saccheggiata da una gestione criminale del credito e del risparmio avallata dai distratti vigilanti, compreso il ricatto del bail-in qualora non venisse approvato il piano di Morelli-Grilli (JPMorgan) di conversione delle obbligazioni in azioni, che alimenta l’ennesima speculazione a danno del parco buoi, come risulta dalle cospicue vendite sui bond oggetto di conversione, che ha prezzato sulla piattaforma DDT un nuovo minimo a 58,5 euro, con il rendimento lordo a scadenza superiore al 40%, volumi pari a 1,3 milioni corrispondenti a 772mila euro, scambi chiusi  ieri  a 5,9 milioni nominali ed un controvalore di 3,5 milioni di euro, mentre dal bond 2008-2018 oggetto di conversione in nuove azioni Mps, dalle quali la banca si aspetta un’adesione per circa 206 milioni nominali, (10% dell’offerta complessiva, di 2,06 miliardi). L’unica certezza sono le cospicue commissioni pagate da MPS.

Per questa ennesima operazione di ‘salvataggio’, il costo complessivo dell’operazione è di 448 milioni di euro tra spese riferibili alle transazioni significative relative all’operazione di cartolarizzazione, alla cessione dei crediti di leasing e gli effetti derivanti dall’aumento di capitale sociale inclusa l’operazione di liability management, determinati sulla base delle informazioni disponibili al 21 novembre 2016, che si aggiungono agli altri costi, che si aggiunge agli oltre 400 milioni di euro che la banca ha pagato negli ultimi due anni per altri aumenti di capitale, rendendo Mps uno dei maggiori pagatori di commissioni in Europa.

Lo scorso anno infatti Mps, utilizzato come pronta cassa dai partiti di riferimento, che hanno sempre scelto con l’avallo di Bankitalia gli amministratori, ha pagato 130 milioni a un gruppo di banche inclusa Ubs, per organizzare l’aumento da 3 miliardi, mentre nel 2014 ha pagato advisor per circa 300 milioni per il suo aumento da 5 miliardi, tutti aumenti di capitale bruciati ed addossati sulla pelle di risparmiatori, azionisti, obbligazionisti, lavoratori.

L’ennesima frode a danno di tante famiglie già espropriate da Bankitalia e dallo Stato è oggi quella di addossare questi enormi costi sulla pelle dei piccoli risparmiatori, che preferiscono vendere i bond con una perdita superiore al 41%, piuttosto che rischiare di perdere tutto qualora consegnassero i bond per la conversioni in azioni di una banca con 47 miliardi di euro di crediti deteriorati dal futuro incerto ed in agonia da molti mesi, nonostante le rassicurazioni del premier Matteo Renzi ad investire nel gennaio 2016, con il titolo che ha perso da allora oltre il 60%, senza la necessaria glasnost sugli allegri fidi concessi a gruppi ed imprese amiche di cui si ignora l’esistenza.

Adusbef si augura ancora una volta che la banca possa essere salvata, ma ritiene delittuoso continuare ad addossare i costi dell’operazione sulle spalle esclusive di risparmiatori, piccoli azionisti, lavoratori.

 

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