Ma il Papa non dice NO

Non ingerisce nelle questioni della politica italiana e pur disilluso per l’elezione di Trump non manifesta direttamente il dissenso per la scelta del popolo americano, ma auspica che il mondo sia dalla parte dei deboli, dei poveri dell’umanità, qualunque sia il colore della pelle, il credo politico, la religione: non è difficile leggere tra le righe che il soggetto di questo breve prologo è Papa Francesco. Ora succede che su wast app giri una fotografia che ritrae il muro di un edificio su cui i tifosi del NO hanno disegnato la figura del pontefice con in mano un pennello sporco di rosso e alla sue spalle, scritto con lo stesso colore, appunto un NO, esplicitamente allusivo al referendum costituzionale. Sembra di essere tornati al tempo della Dc, acchiappavoti con la mediazione del clero, quando provava a plagiare i fedeli ammonendo che a votare comunista si cadeva nel peccato mortale. Qualcuno deve informare il capo della Chiesa, gli deve mostrare il muro imbrattato nottetempo, deve chiedergli di dichiarare con l’autorevolezza, l’onestà e l’etica che gli sono proprie l’equidistanza dal SI e dal NO. La neutralità assumerebbe il significativo ruolo di antidoto, di antagonista i veleni che pervadono la competizione referendaria, trascinandola su livelli di contrapposizione impropri, certamente estranei al quesito posto dalla riforma costituzionale, pretesto per un altro round dell’eterna rissa interpartitica.

Lascia un commento