ASSANGE / LE DISCOVERY DI MISTER RAMPINI SU REPUBBLICA (CHE NON LEGGE)

Meglio tardi che mai. Il corrispondente di Repubblica da New York, Federico Rampini, scopre che per Hillary è cominciato il conto alla rovescia, sta per scoppiare lo tsunami Assange proprio in vista del voto, “scoop al ritmo di uno a settimana, con riferimento alla campagna elettorale, sotto angolature inattese e interessanti”.

Ma ecco la great discovery: “da giorni i social media della destra americana – pennella il super bretellato commentatore dalla Grande Mela – suonano il tam tam sulle ‘rivelazioni che distruggeranno Hillary Clinton’. Il conto alla rovescia era cominciato in vista della ‘madre di tutte le sorprese, che metterà fine alla campagna presidenziale’. Tanto più attesa dai repubblicani, visto che Hillary sta rimontando nei sondaggi”. Soprattutto dopo gli ultimi, clamorosi endorsement, primo fra tutti quello – peraltro stra annunciato – della famiglia Bush: molte legate dal comun denominatore degli affari, i “business”, le due dinasty, e ora anche sotto il profilo politico.

Julian Assange. Nell'altra foto Federico Rampini

Julian Assange. Nell’altra foto Federico Rampini

Senza affannarsi più di tanto, al super corrispondente Rampini sarebbe bastato leggere un articolo firmato, a metà settembre, dal giornalista Wayne Allyn Root, a proposito del “ciclone che sta per abbattersi su lady Clinton”. Eccolo invece affannarsi per ripercorrere la carriera di Assange, il fondatore di Wikileaks che proprio in questi giorni celebra la sua decima candelina: il manuale per Guantanamo, i cambi climatici, i 400 mila documenti sulla guerra in Iraq, il Cablegate.

Giglio candito, Rampini, s’interroga: come mai la campagna di Wikileaks per le presidenziali è stata a senso unico? Come mai zero rivelazioni su Russia e Cina? E si risponde con le ultime parole di Assange al New York Times: “Tutti criticano la Russia, che noia”.

Forse non legge Repubblica, il suo corrispondente americano: gli è sfuggita un’intervista del suo giornale ad un noto politologo russo che ha spiegato, sempre qualche settimana fa, in modo molto chiaro che il ruolo dell’informazione (si riferiva ovviamente a quello svolto da Assange) non è di fare la solita grancassa al servizio di chi ha già tanto potere e i media genuflessi al suo totale servizio. Forse val la pena di scovare, scoprire qualcosa proprio su quel Moloch a stelle e strisce inattaccabile e inaffondabile, che ha comprato e continua a comprare tutto e tutti. Anche silenzi, omertà & complicità.

Per la serie: se la Russia di Putin non è certo una verginella, gli Usa di Obama/Bush/Clinton sono una baldracca doc. E all’ennesima Potenza…

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