No alle panchine per i senza dimora

Uno tra mille elementi del comfort quotidiano è il sonno ristoratore in un buon letto, meglio se comodo e fabbricato per ospitare il corpo in modo salutare. E’ un assioma, certo, ma utile per confrontare il benessere dei più ai disagi di chi, alla marginalità della propria condizione di emigrato, sovrappone la mancanza di un letto dove riposare e cerca un tratto di marciapiede, un angolo nelle stazioni ferroviarie, nelle aiuole delle città o una panchina, dove trascorrere la notte. Anziché agire nella direzione della solidarietà operativa, per sottrarre i migranti a questa ulteriore umiliazione, c’è chi in nome del “decoro” della propria città impedisce loro di procurarsi un giaciglio notturno con l’intervento della polizia. E c’è il sindaco di Parma, sì, proprio lui, il grillino Pizzarotti, che elimina le panchine della stazione. Che lo sappia o no, il pentastellato si è omologato al leghista Gentilini che vent’anni fa aveva ordinato uguale intervento a Treviso, a Bitonci, sindaco di Padova, che ha installato braccioli di divisione al centro delle panchine per impedire ai migranti di dormirci di notte. Pizzarotti, in piena euforia da elezione a sindaco, aveva disposto che nella zona “bene” della città, per favorire la socialità (da la Repubblica) fossero posizionate numerose panchine in cemento, ora sparite. L’episodio non è isolato. Il comune di Parma, sindaco appunto Pizzarotti, aveva sottratto le coperte ai senza tetto. La frenesia limitativa del sindaco 5Stelle si estende anche al divieto di mangiare gelati al battistero e per dimostrare che non scherza ha fatto multare (450 euro) tre emigranti colpevoli di aver dormito all’aperto.

Nella foto una panchina-letto

 

Meglio il silenzio

Che rischio, in vista delle elezioni del sindaco, Berlusconi aveva patrocinato la candidatura dell’ex capo della Protezione Civile Bertolaso (per fortuna tramontata), che invece di far tesoro dei dono del silenzio, dalla Sierra Leone dove si trova, ha esternato la sua opinione non richiesta, sul terremoto del centro Italia. Portavoce di Bertolaso il quotidiano di destra il Tempo. Ecco una frase infelice, intrisa di razzismo: “Vanno piantate tendopoli nella zona colpita, sperando che non le abbiano usate tutte per gli extracomunitari“. L’incauto responsabile di nefandezze compiute nel ruolo di capo della protezione civile anche al tempo del G8, finge di ignorare che la macchina degli interventi in emergenza ha installato tendopoli per 3.500 posti, evidentemente disponibili a prescindere da quelle che ospitano i migranti.

 

Insulti di razzista anonimo

“Dovevi lasciarli crepare”. Questa e altre ingiurie, impubblicabili, in una lettera anonima spedita a un uomo coraggioso che si è tuffato nelle acque del Po per salvare una persona che rischiava di annegare e altre due in difficoltà nel tentativo di aiutarla. Sauro Manghenzani, 52 anni, di Parma, ha ritenuto concluso il suo intervento risolutore con i ringraziamenti per aver salvato una vita, ma qualcuno che ha assistito o saputo del salvataggio, spinto da evidente atteggiamento razzista non glielo ha “perdonato”. Dopo una settimana gli ha spedito la lettera di insulti per aver salvato uno straniero di origine cinese. “Il mio è stato un semplice gesto di pietà” ha detto Maghenzani a “Il Fatto Quotidiano”. “Ho risposto a una richiesta di aiuto, lo avrei fatto per chiunque, invece mi hanno scritto cose assurde, dicono che è colpa mia se ci sono gli stranieri in Italia, perché li salvo tutti io”.

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