A Napoli non c’è più religione.
E’ un bollettino di chiusure quotidiane, quello che va in scena all’ombra del Vesuvio. Calcinacci, transenne, balaustre al posto di ostie e confessioni, nei luoghi di culto. Ultimo caso quello della chiesa della centralissima chiesa di Santa Brigida, a un passo da piazza del Plebiscito e dal Teatro di San Carlo. Sembra una piccola enclave nel cuore di Bagdad appena bombardata. Denuncia il parroco: “siamo ingabbiati da quasi due anni, per favore aiutateci”.
Gesù fate luce – è il caso di dirlo, parafrasando un celebre libro di Domenico Rea – fra reti metalliche, tubi innocenti, impalcature che rendono molto problematica, degna di un esperto speleologo, la visita della chiesa. E impediscono di ammirare alcuni dei capolavori conservati, come – per fare un solo esempio – una magnifica tela di Luca Giordano, ormai da mesi inaccessibile.
Tutto si è bloccato dopo la tragica morte di uno studente, il quattordicenne Salvatore Giordano, che ebbe la colpa, nella primavera 2014, di andare in gita con i compagni a Napoli e avvicinarsi alla Galleria Umberto, dove un calcinaccio killer lo beccò in piena testa.
Partì un’inchiesta della magistratura, il Comune – incredibile ma vero – si costituì addirittura parte civile. Uno degli esiti, poi, fu l’ingabbiatura della vicina chiesa di Santa Brigida. Oggi il parroco denuncia il totale blocco dei lavori, “tutto è fermo per le solite burocrazie”, sottolinea.
L’intera area è in semi stato di guerra. Lavori interminabili e tubi che avvinghiano da anni ormai il palazzo Reale e lo stesso San Carlo. “Un affare per le imprese che hanno avuto l’appalto – osservano in zona – e costi che paga la collettività”.
A poca distanza, un’altra storica chiesa, quella di Santa Maria degli Angeli, è da anni “bombardata” dai lavori killer del metrò di Napoli (secondo alcuni esperti colpevole anche dei crolli in Galleria): l’appalto – più volte descritto dalla Voce – cominciato 40 anni fa e del quale non si vede ancora alcun termine. Il metrò più caro del mondo (oltre il doppio di quello romano, super attenzionato dalla magistratura e dall’Autorità anticorruzione guidata da Raffaele Cantone, alla quale invece sfugge il controllo su Napoli, forse neo zona franca) e più distruttivo per l’ambiente. Dopo i crolli alla Riviera di Chiaia di edifici storici, come un’ala di palazzo Guevara (è in corso il processo di primo grado a carico di dirigenti di palazzo San Giacomo e responsabili di imprese private e dalla parastatale Ansaldo), le lesioni di interi condomini a un passo da piazza Municipio, da qualche mese è la volta delle chiese. Prima quella di Pizzofalcone (con i fedeli costretti a disertare messe e incontri di una vita), poi quella di San Pasquale, quasi seguendo il devastante percorso della Linea 6 del metrò. Il progettista della stazione a ridosso di Santa Maria degli Angeli, Uberto Siola, già autore del progetto per il quartiere dormitorio di Monteruscello, dichiarò al Corriere del Mezzogiorno, costola partenopea del Corsera: “un progetto complesso, come può essere in una città complessa quale è Napoli. Ma la sicurezza per i cittadini è stata sempre garantita”. Si è visto, con le piogge di calcinacci sacri e una chiesa off limits per i fedeli.
Intanto, tra costi infernali, caldo insopportabile nel metrò estivo (e allagamenti invernali), disastri ambientali, i napoletani si possono consolare con l’arte in galleria nel metrò “più bello del mondo”….
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27 marzo 2013
2 pensieri riguardo “CHIESE A NAPOLI / CROLLI & TRANSENNE PER I LAVORI DEL METRO’ KILLER”