GIALLO VESUVIO / PER IL CORSERA  PERICOLO ERUZIONE ? NO, SOS GINESTRA

Il Vesuvio diventa giallo? L’ennesimo colpo messo a segno dai cinesi, che dopo l’assalto a Milan e Inter hanno deciso di dare la scalata anche al vulcano più famoso al mondo?

Lo scoop è del Corriere del Mezzogiorno, costoletta partenopea del Corsera appena cairizzato. Sarà il nuovo corso del patròn a suggerire le nuove piste asiatiche? Il suo fiuto editorial pallonaro? E avrà mai letto il fresco sos lanciato dalle sue colonnine partenopee, che dedicano al “giallo” – è il caso di dirlo – un’intera paginata?

Commentano all’Osservatorio vesuviano, quotidianamente alle prese con sismografi e rilevatori di possibili movimenti nella pancia del Vesuvio: “Incredibile, un allarme senza senso quasi si trattasse di una prossima eruzione. Invece di far capire ai cittadini come stanno le cose nel cratere, di prevenzione e di eventuali emergenze, si divertono con il colore della fauna. Siamo ai confini della realtà”.

Geologi contro biologi, dunque? E’ aperta una singolar tenzone, partorita dalle non sempre eruttive pagine del supplemento napoletano di via Solferino?

Ecco alcune chicche. Il Vesuvio “è infestato dalla Ginestra etnea”: questo l’immediato allarme, che mette in guardia il popolo partenopeo da possibili invasioni sicule. Tutto ciò “è fonte di grande preoccupazione per i ricercatori di Botanica della facoltà Agraria di Portici”. Poi la drammatica prospettiva: “se non si interverrà in tempo, nei prossimi decenni la Genista aetnensis modificherà in maniera permanente lo skyline del vulcano più celebre e fotografato al mondo”. Degno del copione di “Uccelli” firmato Hitchcock. Ancor più atroce il finale: “il simbolo di Napoli apparirà come una banale montagna. Verde durante l’inverno e gialla nel periodo di fioritura della Genista”. Orripilante.

Un celebre dipinto di Van Gogh. In apertura, ginestre sul Vesuvio

Un celebre dipinto di Van Gogh. In apertura, ginestre sul Vesuvio

E funeste, tragiche le successive (con ogni probabilità ultime) fasi. Creatura partorita dalla funambolica mente di Carpenetr, la terrificante pianta “muterà l’aspetto paesaggistico, con danni non solo ecologici difficilmente quantificabili”. Gli onnivori e sempre più invasivi organismi gialli “arriveranno a ostruire e, col tempo, cancellare il sentiero che porta al cratere e infine a nasconderne lo stesso Gran Cono. Mentre gli effetti sulla flora locale sono ritenuti devastanti”.

Non resta che una tragica opzione: chiamare i caschi blu dell’Onu, per una missione speciale, o resuscitare i caschi gialli che un quarto di secolo fa lavoravano a Bagnoli, in quell’Italsider distrutta, “mangiata”, mai bonificata.

L’intera paginata del Corriere del Mezzogiorno scomoda perfino Leopardi, che ora farà la trottola. Nonchè Andy Warhol (“la notizia farebbe la felicità di un artista pop alla Andy Warhol”). Per fortuna lascia in pace Vincent Van Gogh: l’unico in grado di dipingere un Vesuvio così splendente nel suo – ci auguriamo tutti – giallo più giallo che mai.

 

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