La famiglia Brambilla in vacanza (parole musica anni ’40)

Tutto vero, vive a Napoli da dieci anni secondo quanto racconta la sua biografia e per neutralizzare l’effetto boomerang del suo cognome lombardo, al secolo Brambilla, cita “Ogni limite ha una pazienza” attribuito al principe De Curtis, ma si può scommettere che i napoletani faticheranno molto per immaginare che a palazzo San Giacomo il “polentone” venuto dal nord diventi l’erede di De Magistris.  In verità non sorprende la biricchinata dei 5Stelle di candidare il signor Matteo Brambilla, brianzolo puro sangue. Com’è evidente, Di Maio e compagni non hanno molte cartucce da sparare se non trovano un personaggio napoletano da contrapporre a De Magistris, al competitor del Pd o al destromane Lettieri. Il “monzese” ha la meglio sulla componente femminile, scavalcata a sorpresa dall’ingegnere, preferito via internet. Ottiene meno consensi Francesca Menna e la sua dèbacle provoca una brusca ricaduta sul prestigio di Fico, uno dei tre alter ego di Grillo con Di Maio e Di Battista, che l’aveva sponsorizzata. Non passa neppure Stefania Verusio, ma sarebbe in errore chi pensasse a scarti di migliaia o almeno a centinaia di voti. Le mega consultazioni grilline on line producono la partecipazione massima di cinquecento supporter e per essere espliciti la Verusio ha ricevuto 109 clic. Non soffia a favore delle donne il vento pentastellato e anzi investe con impeto maschilista la scelta iniziale di della Bedori, umiliata da insulti sessisti (“Sei brutta e grassa”) tanto da indurla a rinunciare. La percezione di quanti sono addentro alle segrete cose dei Cinquestelle è che nel movimento ci sia in atto una sorta di regolamento dei conti tra fazioni contrapposte, per nulla “fraterne”.  Sui contrasti per accreditarsi come eredi di Grillo, sembrano avere la meglio i diktat autoritari di Casaleggio e che a lui si debba lo scacco subito da Fico. La decisione di puntare su Brambilla, accento e origini nordiche, non ha riscosso unanimità tra i militanti in 5Stelle, benché sia difesa da altri militanti. Un profilo del candidato, pubblicato dal Mattino, definisce Brambilla tignoso, pignolo, burbero, perseverante. Che San Gennaro, visto il suo innamoramento per Napoli e per una delle sue figlie che ha sposato, lo illumini, spiegandogli che non basta aver lottato contro l’emergenza rifiuti per dimostrare di possedere lo spessore politico e il bagaglio pieno di qualità di cui deve essere dotato il primo cittadino di una realtà complessa e proibitiva qual è la città metropolitana di Napoli.

Nella foto di Goldwebtv Matteo Brambilla

 

 

Insulti di un troglodita

Capiamoci: solo per effetto di idiozia razzista, tipica della parte malata del Nord, ci si può imbattere in un troglodita (cognome sconosciuto per omertà incomprensibile) che appresa la notizia della morte di ragazzo, morto in Sicilia per un incidente stradale, ha commentato “Sono felicissimo, un terrone in meno da mantenere” e ci asteniamo dal riferire il turpiloquio che completa gli insulti con frasi di impronunciabile volgarità. Dispiace solo sapere che sono uscite dalla bocca di un operaio che per il ruolo e la presumibile appartenenza a un sindacato, dovrebbe essere tutt’altro che razzista.

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