La Cirinnà dimezzata

Ci si gira intorno, a vuoto, ma l’esito della legge sui diritti civili ha già i suoi vincitori: il Vaticano e in particolare i cardinali che protervamente si oppongono a ogni innovazione al passo con i tempi, la destra, dalla Meloni ad Alfano, “quelli del Family day”, i bigotti, i fondamentalisti cattolici e l’imbarcata nel Pd di ex Dc, autore Renzi e chi prima di lui ha celebrato il matrimonio tra sinistra e moderazione, con la strumentale ospitalità ai cosiddetti cattodem. Non ha di che lamentarsi il segretario del Pd e presidente del consiglio. E’ suo il progetto di una larga coalizione “quasi tutti dentro” e nasce dal patto di governo con il centrodestra di Alfano. Le bellicose dichiarazioni dei giorni scorsi (Boschi e compagni) “la Cirinnà non si tocca nella sua interezza” sono naufragate sotto i colpi del fuoco amico (amico?) dei cattolici Pd e per il complotto di Cinquestelle che ha profittato del caos per sparare ad altezza uomo sul governo Renzi. Significativo è l’appoggio preventivo di Verdini al decreto legge, privato del civilissimo titolo sulle adozioni per le coppie gay. L’esito di un iter parlamentare vergognosamente farraginoso, intorno a un tema che richiederebbe urgenza di approvazione per allinearsi al mondo più evoluto, è destinato a un finale all’italiana, a un compromesso che provoca mal di pancia alla sinistra e proteste dal mondo arcobaleno.

Non è l’unico percorso accidentato del centrosinistra. E’ facile prevedere la contestazione della sinistra al primo segnale di intervento militare italiano nell’infuocata aerea afro-mediorientale, a rimorchio del progetto americano di risolvere con il suo potenziale bellico i conflitti locali e il pericolo Isis. C’è la disponibilità italiana all’impiego di droni in partenza dalla base di Sigonella e non sorprenderebbe il passo successivo di inviare soldati italiani per “favorire il processo di democratizzazione dell’area”. Sullo sfondo la scoperta delle intercettazioni telefoniche di Berlusconi, faccenda sporca anticipata da analoghe rivelazioni sullo spionaggio della Merkel e di Hollande. Un prima risposta americana è una vera provocazione. Tende a giustificare l’ingerenza con motivazioni da padroni del mondo. Dicono che se hanno intercettato c’erano motivi di sicurezza a legittimare la scelta. Ma Obama che ne pensa? Reticenze sul questo scottante episodio finirebbero per portare consensi a quel folcloristico, razzista e omofobo di Trump che inverosimilmente naviga a gonfie vele nella competizione per la candidatura repubblicana alla presidenza degli Stati Uniti. Obama è anche alle prese con l’ingiustificata omissione dell’impegno a cancellare l’ignominia del carcere di Guantanamo, luogo di trattamenti disumani e di torture inflitte ai detenuti. L’impegno a rimediare di questi giorni è tardivo e incompatibile con le motivazioni che hanno insediato nella Casa Bianca il democratico presidente.

Nella foto Cirinnà e Boschi

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