GIANNINI? VENTRILOQUO DEL POTERE

“Sono un giornalista e quando vedo questi pennivendoli mi arrabbio molto”. Com’è suo costume, non ha peli sulla lingua Elio Lannutti, presidente dell’Adusbef e senatore nella precedente legislatura prima con l’Idv e poi con il Gruppo Misto. Il riferimento è a Massimo Giannini, conduttore di “Ballarò” ed ex vicedirettore di “Repubblica”, nella tempesta per la sua affermazione sul “rapporto incestuoso” nel caso Banca Etruria che vede coinvolto il padre del ministro per le Riforme costituzionali e per i Rapporti con il Parlamento, Maria Elena Boschi. “Il 22 o 23 dicembre Giannini intervistò in ginocchio Giuseppe Vegas facendo il ventriloquo della Consob, spacciando un’intervista registrata per un’intervista in diretta – rileva Lannutti -. E nel 2013 un altro precedente quando su ‘La Repubblica’ apparve un’ampia velina in cui la Consob tentò di difendersi dalle sue responsabilità nello scandalo Montepaschi. Peraltro ricordo che in quell’occasione gli analisti finanziari chiesero a Giannini il diritto di replica e non fu loro concesso”. Insomma, secondo il presidente dell’Adusbef, il giornalista userebbe due pesi e due misure. “Mentre fa le interviste in ginocchio ai potenti, a Bankitalia, alla Consob – afferma – leva la pelle a Luigi Di Maio sul caso del sindaco di Quarto. È intollerabile questo tipo di informazione. Giannini non può fare il ventriloquo del potere”. Certo, rassicura Lannutti, “le liste di proscrizione non mi piacciono e di certo non le stilo però bisogna darsi una regolata. Il giornalismo è una cosa seria. Secondo me, Michele Anzaldi (il deputato Pd che ha attaccato il conduttore di ‘Ballarò’ per la frase sul caso Etruria, ndr) non ha tutti i torti”. (AGV NEWS)

 

Ho appena risposto, per educazione, ad una telefonata di Massimo Giannini, fuori di sé per questa piccola intervista, che urlava al telefono. Si è permesso di affermare che andavo ad elemosinare 30 righe a Repubblica. No Giannini, la memoria gioca brutti scherzi. Dopo 3 anni di collaborazione, richiesta da A&F sul monitoraggio dei costi dei servizi bancari e dei mutui con 20 banche a confronto, 2 pagine a settimana, me ne sono andato (devo avere ancora la lettera, da qualche parte). Perché i mei pezzi sulle banche facevano perdere pagine di pubblicità (ognuna allora a listino per 100 milioni di vecchie lire). Avrei dovuto accomodare quei pezzi, concordarli preventivamente con le banche. Ma per il cattivo carattere di chi, come me, aveva lasciato il comodo posto in banca per fondare Avvenimenti (grande scuola di giornalismo) quel compromesso era inaccettabile.

Me ne ero già andato tre anni prima da Il Messaggero, dove curavo con Claudio Alò una rubrica domenicale, Sportello Reclami, su banche ed assicurazioni, dopo l’arrivo del più duttile Alfonso dell’Erario, che lo aveva sostituito a capo della redazione economica.

Il giornalismo è professione seria, che non può essere ridotta a velina del potere e dei poteri marci, governo compreso. Anche per questo siamo ai primi posti per corruzione, agli ultimi per libertà di informazione. Massimo Giannini, dopo l’intervista in ginocchio a Giuseppe Vegas, una registrata spacciata per diretta, che ha fatto indignare anche gli analisti finanziari, ai quali è stata negata finora la replica richiesta per Pec il 29 gennaio 2016, adempia al diritto di rettifica previsto dalla legge, dalla deontologia professionale e dalla Carta dei Doveri del giornalista, invitando in trasmissione Nicola Benini, che ha firmato la lettera. Poi ne riparliamo. Nulla di personale, ma torchiare Luigi Di Maio per abuso di veranda, partecipando alla vergognosa macchina del fango scatenata contro il M5S per occultare Banca Etruria e la mangiatoia di Arezzo, ed inginocchiarsi al contrario a Consob e Bankitalia, massimi responsabili dell’esproprio criminale del risparmio a 130.000 famiglie, non è giornalismo. È servilismo! Buona serata Giannini!

 

nella foto Massimo Giannini

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