Commissione sulle banche? No grazie. Il Verbo del Presidente Casini. In attesa del Colle…

Panettoni natalizi e tric trac di fine anno. A servirli e spararli il Babbo più bello di palazzo Madama, il presidente della commissione Affari esteri del Senato, Pier Ferdinando Casini Tra jogging e candeline, in attesa di cominciare la Lunga Marcia verso le pendici del Quirinale (Babbo Sergio è avvisato), dà lezioni di Economia Morale al popolo bue e ai tanti asinelli in attesa del suo Verbo. Senza dimenticare quegli esteri che oggi, con maestria, silenziosamente orchestra.

“Renzi è troppo intelligente per sfidare la Merkel – riflette Metternich – e può mirare a cogestire l’Europa con la Cancelliera”.

In attesa che questo scenario da sogno si apra davanti ai nostri stupefatti occhi, continuiamo ad ascoltare il Vate. Stavolta cogitabondo sul crac dei 4 istituti di credito: “Il sistema bancario italiano è complessivamente solido e non può essere stressato da formalismi applicati solo al nostro paese”. Banche stressate. E risparmiatori al mare, visti i tempi, o a caccia di neve a Cortina.

Sull’orrida prospettiva di una commissione parlamentare d’inchiesta in grado di fare un minimo di chiarezza sui tanti buchi neri e, caso mai, sulle complicità politiche e degli organi di (non) controllo e (non) vigilanza, il Nume sentenzia: “ho idiosincrasia per le commissioni d’inchiesta parlamentari. Da presidente della Camera dissi no a quella su Igor Marini che attaccava Prodi”. In realtà si trattava della commissione Mitrochin che ovviamente non partorì neanche un topolino (come del resto è prassi per le commissioni).

Dà lezioni di vita costituzionale, Maestro Casini: “una commissione d’inchiesta rischia di avere effetti nefasti; soprattutto con indagini in corso interferisce inevitabilmente sui procedimenti giudiziari”. E – con un passo alla Nureiev – sintetizza: “si arriva a fare un processo nel processo”.

Non basta, novello Leone tra i marosi del Diritto e della Politica, rimugina: “finirebbe col diventare una palestra di polveroni ad uso di maggioranza e opposizione”. Imperdibile l’immagine dei Polveroni nella nebbiosa Palestra. Come un torrente che sgorga dalle sacre montagne del Sapere, poi argomenta: “La maggioranza ha la tentazione di usare la commissione d’inchiesta per regolare i conti e l’opposizione di usare i poteri dell’autorità giudiziaria di cui i membri godono, per ribaltare le accuse che si ritengono più convenienti sulla maggioranza. Diventa insomma una succursale di campagna elettorale”. Zigzagante, il Pensiero, ma Illuminante.

E’ il Kant che pulsa nelle sue vene, inondato da un Croce che non conosce sosta tra le sue meningi, a dettargli le parole conclusive: “E’ utile che ciascuno faccia il proprio mestiere. Se ci sono commissioni d’inchiesta opportune sono quelle di tipo storico-politico, sulle stragi o sulle deviazioni degli apparati dello Stato, che hanno una ragion d’essere. Ma non quelle piegate all’attualità”. A Pierferdy Platone è forse sfuggito il colossale flop di tutte le commissioni su Misteri & Stragi di Stato…

Ma chissenefrega. E chissenefrega della migliaia di truffati dai Bankster di casa nostra che continuano ad agire indisturbati, incontrollati e fino ad oggi incontrollabili. E presi per il culo dai Renzi & Casini boys.

 

Nella foto Pier Ferdinando Casini

 

 

 

 

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