I nemici della rivoluzione

Non erano frutto di fanta-vaticanismo i timori per la vita di rivoluzionario del papa venuto dal Sud del mondo. I suoi due anni di pontificato purificatore del marcio che si è accumulato nei gangli vitali del clero, e non meno nelle sue periferie, hanno provocato profondo malumore tra i responsabili di una corruzione diversificata e i loro omertosi complici. Cardinali “contro” hanno manifestato censure e contestazione con documenti espliciti: taluni facili da sbugiardare. L’insinuazione sul presunto male incurabile di Francesco ne è testimonianza esemplare e chiarisce l’esistenza di azioni subdole dei fiancheggiatori di una zona buia della Curia che teme la perdita di privilegi e della libertà, fino a Bergoglio incondizionata, di gestire il potere temporale della Chiesa. Papa Francesco, in un momento di verità sul suo futuro, ha detto che non sarebbe “durato” a lungo. Alcuni hanno pensato alla replica dell’abbandono di Ratzinger, ufficialmente attribuito ad acciacchi dell’età, nei fatti causato dalla consapevolezza di non essere in grado di sanare i mali del Vaticano. Altri hanno temuto che fosse una premonizione, la convinzione di diventare bersaglio del clero corrotto. E’ tragica la conferma di questi giorni: tale Luigi Negri, vescovo di Ferrara, in viaggio su un treno Frecciarossa (immaginiamo in prima classe), lo riferisce il “Fatto Quotidiano”, avrebbe pronunciato questa frase minacciosa: “Speriamo che con Bergoglio la Madonna faccia il miracolo come aveva fatto con l’altro”. L’altro è papa Albino Luciani, morto senza un perché attendibile dopo appena trentatré giorni di pontificato che lasciava intendere percorsi in parte analoghi a quello di Francesco. Il vescovo in questione smentisce ma non può negare altre affermazioni, contrarie all’apostolato di un “dirigente” del clero. Per esempio: la legge sull’omofobia? “Un delitto contro Dio e l’umanità” e sul caso Ruby “La magistratura si muove con prepotenza”.

nella foto Papa Francesco

 

Truffa di Francescani

francescoChe idea avete dell’ordine francescano? Quella dei più: simbolo di obbedienza al postulato del Santo poverello, vita spartana, sandali ai piedi nudi, assistenza ai bisognosi. Lo stereotipo non vale per tutti. Tre frati, ex amministratori dell’Ordine, hanno affidato a un broker la bellezza di 45 milioni di euro dell’ente religioso, messi insieme con le donazioni dei fedeli, la somma è sparita e il broker si è suicidato. A prescindere dall’entità del patrimonio, sorprendente per la congregazione che si ispira alla povertà di San Francesco, l’episodio si congiunge con altri di pari gravità che hanno fornito inedita materia alla cronaca nera.

 

 

Correttezza istituzionale

L’occhio indagatore della magistratura esplora da tempo ea trasparenza delle spese effettuate da esponenti politici delle istituzioni locali e nazionali. Nel mirino anche il presidente del consiglio. Passate al microscopio del fisco tutte le spese di Renzi, nel ruolo di ex sindaco di Firenze, al setaccio fatture e scontrini, uno per uno. Tutto regolare e il verdetto è archiviazione. L’inchiesta era stata sollecitata dalla notizia pubblicata dal “Fatto Quotidiano”, non nuovo a ostilità nei confronti di Renzi, che riferiva dichiarazioni di un ristoratore fiorentino sulla presenza ripetuta del sindaco nel suo locale e di fatturazioni al Comune. L’indagine ha accertato il carattere istituzionale di quelle presenze, perfettamente legittime. L’episodio, nel mare magnum di illegalità, a ragione fa notizia.

 

La fortuna dello stilista

Alla pagina tre del quotidiano la Repubblica (auguri al nuovo direttore Mario Calabresi), appare oggi un lungo articolo sugli interventi americani a tutela di possibili attentati. Per la rubrica della rassegna stampa la giornalista del quotidiano ha letto lunghi passi dell’inchiesta e per molti minuti sui teleschermi è rimasto in bella a evidenza l’ampio riquadrato della pubblicità di scarpe Ferragamo. Lo stilista ringrazia per l’efficace e gratuita promozione.

 

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