MARINO, IL “CHE” DE NOATRI. E RENZI A SANTIAGO VOLA SUI VERSI DI NERUDA

Battaglie fra titani “a sinistra”, tra i nuovi nemici a botte di citazioni “rosse”. Ecco il barricadero Ignazio Marino, che prima di abbandonare la nave tocca al corazòn le sue truppe con le parole del Che. “C’è una frase che amo, di una persona molto più importante di me: noi siamo realisti e vogliamo l’impossibile”. Tra le Utopie anche le colossali buche per le strade e nei bilanci Atac.

Dal Cile echeggia Renzi, il suo (ex) capo. Con una lacrima sul viso imbraccia i versi di Neruda, con sottofondo d’Inti Illimani. E’ uno sfolgorio di germogli dai mille profumi e aromi della stagione che sboccia. “ Potranno recidere tutti i fiori ma non fermare la primavera”, medita a proposito della corruzione che da noi non vincerà. E poi: “La primavera che ci attende dipende solo dallo sforzo e dal coraggio di ciascuno di noi”. A quando l’esplosione dell’estate? Le dolci melanconie autunnali e i presepi invernali? Stagioni protagoniste dell’ultima, indimenticabile performance di Peter Sellers, “Oltre il giardino” di Hal Ashby, umorismo allo stato puro. Per Renzi meglio un copione alla Alvaro Vitali.

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