Bergolio profeta?

Questo Papa inconsueto, qualcuno lo definisce rivoluzionario, altri addirittura marxista, non è che il capo della Chiesa cattolica che sarebbe piaciuto a Gesù, finalmente distante dalla deformazione costruita nei secoli da un clero interessato a consolidare il potere temporale, costi quel che costi, a imporre, con i rigidi capitoli di una dottrina fortemente dogmatica, principi di chiusura totale alla libera interpretazione della religione e all’evoluzione della società. Francesco non ha doti profetiche ma si deve riflettere con serietà, massima allerta e sistemi certi di tutela della sua persona, a una sua frase, pronunciata con la sincera spregiudicatezza che gli è propria: “Non durerò a lungo”. Esclusi impedimenti di salute e volontà di dimissioni a rimorchio di una prassi inaugurata da Ratzinger, non è rimasta che l’amarezza per una lungimiranza che giorno dopo giorno si rivela giustificata. La cronaca racconta della rivolta esplicita di un manipolo di cardinali ultra conservatori, venuti allo scoperto alla vigilia del Sinodo e poi dell’ignobile falso di un giornale che ha dato il pontefice per malato di cancro (al cervello!) e alterato una fotografia per accreditare che un oncologo giapponese lo avrebbe visitato e diagnosticato il tumore. Malumori anche di una parte dei fedeli fondamentalisti, nel senso di una loro rigida osservanza dei principi sovrapposti dal clero ai fondamenti cristiani del cattolicesimo, aprono spazi di legittima preoccupazione. Francesco non è protetto, per esempio, quando ripete il rito quotidiano del bagno di folla in piazza San Pietro, nell’auto scoperta o a piedi e nelle udienze generali, nei suoi viaggi nel mondo, dove è bersaglio indifeso di possibili attentatori. Un’unica precauzione avvalora i timori per la sua vita: non mangia in Vaticano, dove un complottista potrebbe programmare l’avvelenamento. Ma basta?

 

Nella foto il Sinodo

 

 

Roma e il Giubileo

A proposito di Chiesa: si avvicina a grandi passi il tempo del Giubileo proclamato da Bergoglio. Il via all’inizio del 2016 e la domanda, non solo dei romani, è: ma la città è pronta per l’evento che prevede milioni di pellegrini? Sono molti e preoccupati i dubbi. Lo stato delle strade è da dopo guerra, pieno di buche, piccoli dossi, asfalto sconnesso, “sanpietrini” saltati, ma c’è di peggio. La mobilità urbana fa acqua vistosamente. Traffico caotico, mezzi pubblici insufficienti, ma soprattutto metropolitana fatiscente, treni vecchi che provocano interruzioni di ore, chiusure di stazioni a ogni temporale più intenso, per allagamento. Il successo milanese dell’Expo sembra una sfida non sostenibile per Roma. Sullo sfondo, le minacce dell’Isis che annuncia “arriviamo” e potrebbe programmare attentati con kamikaze confusi nel flusso imponente del turismo religioso.

 

I “filonisti” di Sanremo

Schermata 2015-10-24 alle 16.21.06Anni fa il Comune di Napoli, per molti dipendenti, era un datore di lavoro a giorni, settimane e in qualche caso a mesi alterni: uno sì, uno no. Non esistevano controlli e non pochi tra i “solerti” impiegati davano il buon giorno al proprio ufficio o alla sede distaccata per il tempo minino necessario ad appendere soprabiti o giacche all’attaccapanni e infilare l’uscita per dedicarsi alla spesa o in molti casi a un lavoro alternativo. Fece scalpore un’inchiesta su questa forma diffusa di assenteismo. Erano i tempi della disorganizzazione amministrativa a guida Dc e l’elezione di Valenzi, primo sindaco comunista del sud Europa, portò una ventata di moralizzazione, anche con il controllo delle presenze effettive in Municipio. Episodi analoghi hanno coinvolto in tutta Italia strutture pubbliche, ospedali, enti istituzionali. Le denunce, i licenziamenti, le condanne, sembra che non abbiano stroncato il fenomeno. Nella splendida Sanremo il blitz della guardia di finanza ha messo fine allo scandalo di centinaia di dipendenti del Comune che facevano sistematicamente “filone” (espressione napoletana per gli studenti che marinano la scuola), agevolati da colleghi o addirittura da familiari che timbravano il cartellino degli assenti. L’incredibile è che nella città del Casinò e del festival della Canzone, dei fiori, tutti erano al corrente della truffa. Sotto gli occhi di tutti, i dipendenti presenti-assenti circolavano senza particolari precauzioni in città, intenti a far spese o prendere l’aperitivo con gli amici. 35 arresti, 195 indagati. Il sindaco Pd è in seria difficoltà per la sospensione dal servizio degli imbroglioni. La prassi di disertare il lavoro in Comune, racconta il primo cittadino eletto due anni fa, risale alle amministrazioni governate da Dc e Forza Italia. La collaborazione con le forze dell’ordine per sradicare il malcostume provoca il collasso funzionale dell’amministrazione che ha collaborato con le fiamme gialle per stroncare l’assenteismo. Deve fare i conti con settori vitali del Comune privi di personale.

Nella foto il Comune di Sanremo

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