Miss Italia? Kaputt

Bravi/e e belli/e “bucano” gli schermi di Sky. Girl meteorologhe con fisico e look ammalianti, conduttrici dei telegiornali, anchormen e consulenti in studio che discettano di politica, costume, calcio, signorine “viabilità”: un esercito di fascinosi (e in verità bravi) sono protagonisti della Tv di Murdoch, evidentemente scelti con accurate selezioni tra centinaia di aspiranti e avviati a corsi superspecializzati di dizione, postura e di ogni altro requisito per piacere. La cenerentola, da questo punto di vista, è l’informazione regionale che sorvola sull’aspetto esteriore dei giornalisti in video, mentre le reti nazionali hanno intrapreso da tempo percorsi selettivi modello Sky e hanno sostituito progressivamente storici conduttori con giovani e belli/e giornalisti/e. Per dire che in questo mondo dell’apparire il gradimento estetico dei televisivi è diventato prioritario, a parità di qualità professionali.

Il paventato o auspicato de profundis della saga delle vanità corrispondente al titolo “Miss Italia”, ha trovato un residuo di vita per merito (o colpa) di La7, dell’editore Cairo, personaggio che non impegna la materia grigia per proporre un prodotto televisivo, o in formato cartaceo, di alto livello. Il testimone di uomini spettacolo della Rai, finalmente uscita dalla serialità di un evento decotto, è stato raccolto da Simona Ventura ripassata (deformata) dal chirurgo plastico: evidentemente non ha colto i presupposti del rischio di infilarsi in un evento di così basso profilo. Nel tentativo di non esporre le concorrenti al giusto risentimento del femminismo, sdegnato per corpi giovani esibiti come cloni di bellezze al bagno, gli organizzatori hanno introdotto, non da ora, l’indagine verbale del quoziente di intelligenza e preparazione culturale delle fanciulle, perciò incitate a rispondere a domande generaliste. Domanda di rito anche alla reginetta della “festa”, la miss. In quale epoca avresti voluto nascere? Alice Sabatini, con la corona sul capo: “Vorrei aver vissuto la seconda Guerra Mondiale, tanto sono donna”. La risposta sottintende che in quanto femmina non sarebbe andata al fronte. Commentare una simile corbelleria? Raccontarle disagi e sofferenze delle donne italiane negli anni del conflitto voluto dalla scelleratezza del fascismo? Ricordarle il contributo delle donne alla lotta partigiana per la liberazione del Paese dal nazismo? Meglio tifare perché il cosiddetto concorso di Miss Italia si rassegni a considerare l’evento del 2015 ultimo e definitivo episodio di fatua spettacolarità.

Una silenziosa uscita di scena potrebbe forse influenzare in positivo la governance dei grandi network televisivi pubblici e privati perché portino a compimento l’esclusione di programmi trash e per cominciare della mediocre miriade di fiction diseducative, mal realizzate, peggio recitate e con il supporto di sceneggiature con trame ripetitive che replicano per plagio le disavventure del solito triangolo ”lui, lei, l’altro”).   Si è appena concluso lo sceneggiato “Grand Hotel”, prodotto dell’Italia dei “polpettoni”: sceneggiatura da giornaletti per sale d’aspetto dei dentisti, interpreti senza qualità, regia da bocciare e come sempre uno story board colmo di tresche, malvagità, perfidia, tradimenti. Davvero la Rai non sa fare di meglio? O non vuol fare di meglio?

 

nella foto Miss Italia

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