Omofobia di piazza

I danni dell’integralismo religioso non finiscono mai, che si identifichi nell’estremismo islamico o nel fanatismo cattolico. Una giovane musulmana, interrogata nel corso di un’inchiesta sull’obbligo di coprire la testa con un velo ha risposto testualmente e con incredibile convinzione “E’ direttamente Allah che ce lo comanda”. Donne e uomini in apparenza sani di mente alimentano da trent’anni il culto della madonna di Medjugorje che avrebbe scelto poche elette di Dio, chissà perché slave, (mistero, come lo sono i dogmi) per apparire a scadenze opportunamente differenziate (che consentono più raduni durante l’anno ed entrate milionarie nelle casse della Chiesa locale). Paralleli sconcertanti, fino all’estremo dei kamikaze che s’immolano certi di onorare il profeta e di incontrarlo nell’aldilà.

Roma è stata invasa dai seguaci del “family day”: eravamo un milione hanno detto gli organizzatori del raduno omofobo, quattrocentomila ha corretto il Viminale. Qualunque fosse la cifra della gente in piazza contro le unioni civili e per la difesa della famiglia tradizionale è certa la responsabilità del clero, che continua a contrastare il diritto degli omosessuali che si amano a sposarsi. Cosa aspetta Bergoglio per aggiungere ai precedenti un nuovo atto di coraggio che consenta a preti e suore di sposarsi e di eliminare una delle cause responsabili della pedofilia diffusa negli ambienti religiosi? Cosa gli vieta di indicare ai fedeli il sentimento della tolleranza? Gli dovrebbe bastare  trovare l’impeto “rivoluzionario” in una riflessione ardita, come altre già manifestate, sul pianeta dell’omofobia che non ha risposte alla domanda “Ma Dio, è anche il dio degli omosessuali?” Un sì”, da bravi cristiani, caccerebbe via dalla società l’ostracismo alla condizione gay, con tutti i suoi corollari, inclusi il matrimonio tra persone dello stesso sesso e il loro diritto ad adottare bambini. E invece, dal palco della piazza San Giovanni, tale Kiko Arguell, fondatore di un cristianesimo oltranzista, ha gridato il suo no alle unioni civili ripetendo il ritornello sulla perfezione della famiglia padre-madre-figli, l’altro, “tutto il resto è demonio”, e un terzo con l’affermazione, smentita dalla scienza, che la natura avrebbe fatto nascere solo maschi e femmine. Dalla piazza altri slogan: anche contro il divorzio breve, come a suo tempo fu contestato il diritto di marito e moglie a sciogliere matrimoni falliti o ad abortire.

Non è mancato il risvolto politico della manifestazione che si ripercuoterà senza dubbio in Parlamento, a giudicare dalle esternazioni di Alfano (interessato ai voti dei cattolici) e di Salvini, che prova a diventare attrattore delle destra omofoba. Presenti Gaetano Quagliariello di Ncd, a titolo personale, coinvolto Giovanardi. Sul palco un ritratto della Madonna con il Bambino, cioè un altro dogma, quello inspiegabile del concepimento di Maria, vergine. Papa Francesco sul tema sembra voler assecondare le posizioni conservatrici della Chiesa e lo definisce “Espressione di frustrazione che mira a cancellare la differenza sessuale” . Il Family Day di quest’anno sembra comunque che non abbia ricevuto il sostegno della politica come nel 2007 , quando scese in campo anche Berlusconi; è apparsa cauta la Cei, assenti Comunione e Liberazione e il Forum delle Famiglie. In piazza, contro l’evento Franco Grillini di Gaynet (“festival dell’omofobia”), Sinistra ecologia e libertà che punta a smascherare “le falsità di chi ha organizzato il family day”, citate anche da Aurelio Mancuso, presidente Equality Italia, (“sono state le falsità ad attirare in piazza migliaia di famiglie convocate su una piattaforma che alimenta paura e odio, agitando pericoli inesistenti e propagandando palesi bugie, tra cui l’invenzione della teoria gender”; protesta del Gay Center:“La manifestazione di oggi” ha detto il portavoce  Marrazzo, è un salto nella preistoria dei diritti civili”.

 

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