Fatale la decima di Conte: Portogallo 1, Italia 0

In fila tutto il negativo di questa finta amichevole, che per l’Italia valeva la chance di partire come testa di serie nelle qualificazioni per il campionato mondiale: la decima di Conte gli è andata di traverso con la prima sconfitta della sua gestione da commissario tecnico. Il Portogallo l’ha spuntata sugli azzurri dopo la bellezza di ventotto anni, l’Italia per la prima volta in questo premondiale non ha segnato neppure un gol. Per uno a zero la vittoria dei lusitani e il gol è firmato da uno strepitoso Eder grazie a una fantastica serpentina di Eliseu, che hatto fuori tre italiani per servire sulla sinistra Quaresma. Cross perfetto, irrompe Eder, uno a zero per il Portogallo al settimo minuto della ripresa.

L’Italia, dopo una partenza niente male lascia l’iniziativa al Portogallo e si evidenzia in maniera lampante l’incomprensione di Conte della situazione di difficoltà degli azzurri a costruire gioco e a saldare le trame tra difesa e attacco. Immobile, El Shaarawy e Candreva (in giornata poco felice) sono chiusi nell’efficace morsa difensiva dei portoghesi e plateale è la scelta folle di tenere Pirlo sulla linea dei mediani, spesso al di sotto, che impede il suo illuminante contributo potenziale alle manovre offensive. In difesa un paio di svarioni di Ranocchia spalancano le porte alla pericolosità di Eder e compagni, ma lo stesso centrale salva sulla linea di porta e rimedia al pasticcio di Sirigu che s’impapera nel rilanciare un pallone in avanti. Al quinto della ripresa, gli azzurri meriterebbero il gol. Su cross di Pirlo dall’angolo Bonucci indirizza il pallone di testa verso la porta di Beto (battuto), ma il palo respinge la conclusione. Peccato.

Dura poco l’intraprendenza italiana. Il Portogallo riprende il pallino del gioco e non lo lascia quasi più. Gli azzurri denunciano stanchezza e mancanza di idee, oltre alla solita difficoltà (denunciata anche contro la Croazia venerdì scorso) di inventare gioco contro le difese schierate. Conte prova a operare iniezioni di freschezza e si succedono i cambi. Vazquez per Soriano, Gabbiadini per Candreva, Pasqual e Matri per immobile e De Sciglio, Parolo per Bertolacci. Non muta volto la partita e ci si chiede perché contro qualunque avversario gli azzurri denuncino stanchezza e mancanza di velocità, di grinta e di pressing alto. Diciottomila gli spettatori nello stadio di Ginevra (e non di Zurigo, città di Blatter), sonoro il tifo dei tifosi portoghesi, molto meno quello degli italiani. Il 25 luglio, a Pietroburgo, il sorteggio per i gironi di qualificazione che precederanno il mondiale e l’Italia non sarà testa di serie. Lo sarà il Portogallo, a prescindere dalla vittoria di questa amichevole giocata con lodevole, corretta determinazione dagli uomini di Santos (su tutti Eder, Danilo e un fenomenale Moutinho): l’ultimo incontro di questa stagione della nazionale solleva qualche problema per Conte e l’organico di cui dispone.

I mondiali sono una cosa seria e saranno abitati da nazioni di grande livello. Non sembra che questa fase del calcio italiano proponga un undici adeguatamente competitivo. Che sia ora di tornare all’antico e di obbligare i club delle serie maggiori a non mettere in campo formazioni con nove, dieci e persino undici stranieri, per favorire la nascita di campioni di casa nostra?

Nella foto, Eder

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