2 – Vedi Expo e poi…

In margine all’Expo milanese: il volontariato è cosa nostra e per l’evento in corso evidenzia la generosità degli italiani che si spendono nell’intera esposizione per rendere la visita confortevole. Gratis, a questo titolo è la loro massiccia e utilissima presenza, sono insostituibili per la risposta a mille domande dei visitatori e per la preziosa assistenza ai padiglioni.

All’ingresso dell’Uruguay un ragazzo italiano regola il flusso d’entrata in compagnia di una bella e simpaticissima ragazza di Montevideo che s’inoltra con un buonissimo italiano nel racconto di un Paese gestito in modo illuminato dal punto di vista sociale, grazie alla scelta politica di garantire la migliore qualità della vita ai quattro milioni di abitanti. E’ una terra che nel pieno rispetto di antiche tradizioni (agricoltura, allevamenti) si proietta con intelligente razionalità verso le tecnologie del futuro, le culture bio, le fonti energetiche che rispettano la natura. Un puntuale documentario, proiettato in lingua originale e in italiano, racconta la democrazia reale di questo fortunato Paese, considerato a democrazia piena per cinque punti fondamentali: libere elezioni, libertà civili, cultura politica, partecipazione politica e governo funzionale. Prima degli Stati Uniti ha fissato in otto ore la giornata lavorativa; ha ammesso il divorzio settanta anni prima della Spagna, il voto alle donne e il suffragio universale quattordici anni prima della Francia; l’istruzione è gratuita, uguale e obbligatoria per tutti (gratis un computer a ogni alunno delle elementari). La separazione fra Stato e Chiesa risale ai primi anni del secolo scorso. Nel 2007 l’Uruguay è stato il primo paese dell’America Latina a legalizzare le unioni omosessuali e nel 2013 primo paese del mondo a legalizzare la produzione e la coltivazione privata di cannabis.La giovane “hostess” uruguayana confessa di amare con tutto il cuore l’Italia e Napoli in particolare (mentre lo racconta ha gli occhi lucidi per il ricordo di un amore nato nella città partenopea e nei dintorni, che definisce “magici”, della costiera amalfitana).

Nel padiglione della Corea una ragazza in abito tradizionale e con la dolcezza scritta sul bel volto si offre di guidarci alla scoperta di un padiglione ad alta tecnologia e ricco di significati coerenti con il tema del cibo per tutti, del rispetto per la natura. Appena fuori il decumano una grande, capiente bacheca in legno e laterali in vetro invita i visitatori a ricordare la tragedia del Nepal, dove si muore di fame e di malattie. Una piccola fessura accoglie monete e banconote dei visitatori e l’augurio è che si riempia rapidamente per lasciare spazio a nuove offerte.

Re della ristorazione fieristica è Oscar Farinetti che lungo uno dei viali a lato del decumano propone le cucine regionali dalle Alpi all’Etna, alternativa alle offerte di molti Paesi che alla visita della mostra uniscono ristoranti tipici del proprio territorio. Tra molte iniziative di Milano, per esempio, l’uso gratuito delle biciclette comunali (basta iscriversi), la bella iniziativa di box urbani e nell’Expo, dove si può attingere l’acqua potabile, gratuita quella naturale, a un costo simbolico la minerale.

I dintorni della Stazione Centrale di Milano propongono numerose possibilità di soggiorno alberghiero e cedere alla tentazione di pubblicizzarne uno in particolare, sperimentato in un week end da Expo, è forse una trasgressione, ma decisamente veniale. L’Hotel Berna, in via Torriani, a centocinquanta metri dalla Stazione Centrale milanese, è una piacevole, utile proposta, in assenza di qualunque interesse personale di chi scrive. Auguratevi che si esauriscano rapidamente le visite protocollari di ministri, capi di Stato e affini. La presenza del vice primo ministro cinese ha paralizzato parte dell’Expo, vigilato da massicci contingenti di carabinieri e militari, mobilitati anche per la sicurezza del ministro Giannini. Con il presidente della Russia Putin, accolto da Renzi, anche peggio, nel senso delle inevitabili limitazioni imposte dall’evento alla manifestazione fieristica.

 

Nella foto, l’opera di Dante Ferretti all’ingresso Ovest dell’Expo: 22 statue compongono l’installazione del popolo pacifico, “I Guardiani del cibo”, che interpreta le materie prime alla base dell’alimentazione. Sono ispirate ai ritratti dipinti dal pittore lombardo Giuseppe Arcimboldo e rappresentano in forma antropomorfa i prodotti tipici della tradizione italiana.

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