In tre minuti – Non solo impresentabili

Non solo impresentabili

Non solo impresentabili tra i candidati alle regionali di domenica prossima. Il “fatto quotidiano” racconta singolari performance accadute in mezza Italia. In primo piano la Puglia dove tale Antelmi, in lista con “Oltre” di Fitto, nel bel mezzo di un comizio pubblico ha promesso l’assunzione nella propria azienda, guarda caso da giugno (subito dopo il voto), a un cittadino disoccupato che lo ascoltava. E’ la volta della Sicilia e del signor Giambrone, candidato di Forza Italia, accusato di un copia e incolla per gran parte del suo programma elettorale. Replica nei confronti dell’avversario Carità: “Il suo manifesto è copiato pari, pari da internet”. Accusa altrettanto legittima, confermata da verifiche su testi di altre regioni. Torniamo in Puglia: mister Scalone, lista “L’altra Puglia”, è accusato di un furto di energia elettrica, avvenuto con un allacciamento abusivo. In tre anni avrebbe rubato la bellezza di quindicimila kilowatt. Poteva mancare la Campania? Non manca. Sentiero, Ncd, consigliere regionale della conclusa legislatura Sentiero, rinviato a giudizio per spese illecite, ammette la propria responsabilità e rinuncia alla candidatura che però rimane in famiglia. Per la precisione passa alla moglie Annarita Quartuccio. C’è anche Forza Italia tra le “curiosità” da campagna elettorale. Ne è protagonista Carlo Longobardi di Forza Italia, condannato dalla Corte dei Conti a risarcire con quattrocento mila euro, per danno erariale, il comune di Santa Maria la Carità di cui è stato sindaco: E’ titolare di sicura vocazione al burlesque. In tour pro voto per la Mussolini, a Castellammare di Stabia, ha portato nell’aula consiliare che ricorda la morte di Falcone Borsellino un “sanitario” portato via dalle Terme purtroppo fallite. In conferenza stampa Rosy Bindi, della commissione antimafia ha reso noto nomi e motivazioni dei candidati giudicati impresentabili. Sono, come anticipato, quattro pugliesi e tredici campani, compreso De Luca. La Bindi è duramente contestata per illegittimità costituzionale dell’iniziativa e da Orfini, del suo stesso partito, per aver fatto ancora una volta processi di piazza. De Luca annuncia querela contro la Bindi e ricorda che la condanna per abuso di ufficio si riferisce a un insignificante episodio accaduto negli anni novanta. L’accusa più convincente sull’opportunità della lista è di favorire, neppure indirettamente Caldoro, avversario di De Luca e di aver reso pubblica la lista a due giorni dal voto. Per fortuna la campagna elettorale si chiude oggi e mancano solo due giorni al voto.

 

L’empatia Renzi-Marchionne

Sempre più palese la sintonia del presidente del consiglio con le rappresentanze dell’impresa e alcune eccellenze dell’industria italiana. Squinzi, leader di Confindustria, in pubblica assemblea, dichiara di non avere nulla da chiedere al governo, se non la continuità nella determinazione di portare avanti le riforme (ma quali?), richiesta generica quanto superficiale ma molto “di moda”. L’idillio però è con il deus ex machina del gruppo Fiat-Chrisler: Renzi e Marchionne mostrano di condividere una forte empatia e la conferma viene da Melfi, dove un nuovo cordialissimo incontro tra i due ha avuto come sfondo eclatante l’annuncio di mille nuove probabili assunzioni. Renzi ha commentato che così si fa l’Italia e non con le chiacchiere dei talk show, Marchionne, gratificato dal sorriso di compiacente condivisione del segretario Pd, si è detto favorevole alla nascita del sindacato unico, contestata dalla Camusso e da Landini. A favorire l’ipotesi di aumento dell’occupazione nella fabbrica di Melfi è il successo di vendite della Jeep e della 500 X, della Grande Punto. Alla domanda sulla conferma dell’esodo da Confindustria, Marchionne ha risposto senza rispondere. Ha precisato che un conto è l’amicizia con Squinzi, altro è l’autonomia della propria impresa dalla confederazione degli industriali e dai sindacati.

 

AAA. Lavoro offresi

Il nostro governo si dia una mossa e rapidamente: risponda “presente” all’appello che parte dalla Svizzera, immaginiamo diretto erga omnes, che a corto di braccia in agricoltura offre tremila euro al mese a chi è disposto a lavorare la terra in Canton Ticino. Di braccia da esportare, anche prescindendo dai senza lavoro italiani, ne abbiamo a iosa. Basta una rapida indagine nei centri di accoglienza dei migranti che anche quando trovano occupazione nelle nostre terre sono pagati con cifre e orari da schiavismo, in nero. Perché non aumentare il numero degli immigrati (intorno a ventimila) che l’Europa deve distribuire tra i Paesi membri per alleggerire la situazione italiana?

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